I dipinti murali del portico occidentale di Villa Cicogna Mozzoni
Studio conoscitivo e analisi dello stato di conservazione.
Tesi Bachelor
Studente: Daniel Bettinelli
Corso di laurea: Conservazione e restauro, Bachelor of Arts SUPSI in Conservazione
Relatore: Restauratrice Stefania Luppichini
Qui di seguito l'indice dei capitoli (in grassetto quelli riportati in questa pagina):
Ringraziamenti
Sintesi
Elenco abbreviazioni
Diritti d’autore
- Introduzione
- Villa Cicogna Mozzoni
- Il casino di caccia della famiglia Mozzoni
- La villa nel XVI secolo
- Dal XVII secolo fino ad oggi
- Vicende conservative della villa
- Villa Cicogna Mozzoni: descrizione dell’edificio
- La villa: ambienti esterni
- La villa: ambienti interni
- Il portico di ponente
- Descrizione
- Il ciclo pittorico: supporto, intonaco e decorazione pittorica
- Interventi pregressi
- Pareti
- Volta
- Stato di conservazione
- Pareti
- Volta
- Conclusioni e proposte future
Ringraziamenti
Ci tengo a ringraziare tutti coloro che mi hanno aiutato e supportato durante il periodo di elaborazione della tesi attraverso suggerimenti, osservazioni e correzioni. Si ringrazia innanzitutto la docente e restauratrice Stefania Luppichini, relatrice di tesi, per la disponibilità, l’aiuto e il supporto fornito durante il periodo di realizzazione della tesi bachelor e delle analisi HH-XRF, Fotografia Tecnica e Termografia passiva. I miei più sentiti ringraziamenti vanno alla famiglia Cicogna Mozzoni, in particolare al conte Jacopo Cicogna Mozzoni, per la disponibilità e per avermi dato la possibilità di condurre questo studio all’interno di Villa Cicogna Mozzoni, presso Bisuschio (VA) e di aver messo a disposizione parte della documentazione storica relativa alla villa, conservata presso l’Archivio privato.
Ringrazio la docente Francesca Piquè per aver fornito l’attrezzatura necessaria al compimento delle analisi Fotografia Tecnica mediante le riprese infrarosso (IR).
Infine ringrazio i miei familiari per il supporto e l’aiuto fornito durante questo periodo, le persone a me care tra cui amici e compagne di corso per l’affetto dimostrato e il supporto dato.
Fig. 1 e 2: Visione generale del portico occidentale e dettaglio parete.
Sintesi
Il soggetto del lavoro di tesi riguarda le pitture murali del portico occidentale di Villa Cicogna Mozzoni di Bisuschio, in provincia di Varese (Italia). Tali pitture risalgono al XVI secolo e rappresentano scene di caccia su uno sfondo alpino, per quanto riguarda le pareti; mentre sulla volta vi sono decorazioni a grottesca, un finto pergolato e figure di personaggi relativi al mondo cristiano e pagano. L’obiettivo del lavoro di tesi è stato proprio quello di studiare i dipinti dal punto i vista dei materiali, delle tecniche esecutive, dei fenomeni di degrado e le loro cause. Inoltre l’obiettivo finale è stato quello di dare, mediante i dati raccolti durante il periodo di studio, delle proposte relative alla conservazione del bene nel futuro. Il primo periodo di studio è stato dedicato alla ricerca storica mediante la consultazione di documenti e fotografie storiche provenienti dall’Archivio privato della famiglia Cicogna Mozzoni e dall’Archivio della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le provincie di Como, Lecco, Monza e Brianza, Pavia, Sondrio e Varese. Tali documenti hanno permesso di ricreare in parte la storia conservativa dei dipinti e di dare delle ipotesi eventuali interventi pregressi avvenuti nei secoli precedenti. In seguito si è svolta la seconda fase dello studio, che riguardava l’osservazione e lo studio in situ dei dipinti, con le corrispondenti mappature (effettuate solamente sui dipinti della volta). In questa fase sono state svolte delle analisi di tipo non invasivo come:
- Spettrometria a Raggi X portatile(HH-XRF)
-
Fotografie Tecniche ad infrarosso e infrarosso falso colore (IRfc)
-
Riprese mediante microscopio portatile digitale Dino -Lite
-
Termografia passiva mediante una termocamera portatile.
Tali analisi sono state effettuate solamente sui dipinti della volta (tranne nel caso delle riprese Dino-Lite) in quanto vi era più materiale originale rispetto alle pareti, che hanno subito molti rifacimenti durante il XX secolo. Le informazioni tratte dalle analisi non invasive hanno permesso di dare delle ipotesi sulle tecniche esecutive e sui materiali impiegati per la realizzazione dei dipinti murali. Inoltre hanno permesso di individuare, in parte, le zone in cu sono stati effettuati interventi pregressi (per quanto riguarda i ritocchi pittorici). Lo stato di conservazione è stato diviso tra pareti e volta: le prime presentano una situazione conservativa eterogenea in cui i dipinti raffiguranti le scene di caccia appaiono in buone condizioni; la stessa cosa non si può dire della fascia decorata alla base delle pareti, che presentano uno stato di conservazione pessimo. La volta presenta una situazione conservativa buona, eccezion fatta per la zona tra la campata 4 e 5 in cui lo stato di conservazione risulta pessimo. Ad alcuni quesiti non è stato possibile rispondere in maniera univoca, pertanto è necessario effettuare ulteriori analisi e approfondimenti. Lo studio si conclude elencando alcuni suggerimenti e proposte relativi agli interventi urgenti da effettuare sui dipinti del portico occidentale auspicando che il progetto di valorizzazione e messa in sicurezza possa progredire in futuro.
Diritti d’autore
"Il sottoscritto dichiara di aver svolto il presente lavoro di tesi in autonomia. Le fonti bibliografiche e sitografiche sono state utilizzate opportunamente. Lo studente e la scuola sono comproprietari dei diritti d’autore (copyright) sulla tesi bachelor.
La SUPSI riconosce allo studente, previo accordo scritto, la facoltà di valorizzare in proprio questi diritti, ma si riserva l’uso dell’opera per i propri scopi."
Per contattare Daniel Bettinelli: daniel.bettinelli@student.supsi.ch
3. Vicende conservative della villa
Le prime informazioni riguardanti gli interventi di restauro eseguiti risalgono ai primi anni del Novecento. La documentazione a riguardo è limitata e poco dettagliata ma comunque permette la comprensione e suggerisce parte della storia conservativa del complesso.
Il primo documento che testimonia l’esecuzione dei lavori di restauro è risalente alla prima metà del Novecento, in cui si legge che “tutta la decorazione del portico est è stata restaurata”, ma non vi sono ulteriori informazioni a riguardo. Si ipotizza che il periodo di intervento possa risalire a prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale, in quanto l’autore del documento informa della scarsa reperibilità delle informazioni sull’edificio e i suoi dipinti “a causa dello stato di guerra che ha fatto sfollare biblioteche e archivi”. A causa della guerra le fabbriche di lavorazione delle materie plastiche si spostarono da Milano, verso la villa per utilizzarla come abitazione del personale e per ospitare uffici e laboratori.
Ci furono degli interventi successivi alla fine della guerra, che interessarono i saloni al piano terra, come la riparazione dei danni causati dalla lavorazione delle materie plastiche. Il 4 luglio 1942 il conte Francesco Cicogna Mozzoni si rivolse alla Soprintendenza dei Beni culturali di Milano richiedendo di eseguire dei lavori su parte dell’edificio spiegando di avere bisogno di forniture di cemento per riparazioni probabilmente causate dalla guerra.
Il 4 marzo del 1948 avviene lo scoppio della polveriera di Arcisate arrecando dei cedimenti strutturali e compromettendo lo stato conservativo dei dipinti murali del cortile. Nel maggio dello stesso anno il conte Francesco richiese il risarcimento dei danni all’Ufficio del Genio Civile della provincia di Varese. Nell’ottobre del 1952 vi è una ennesima richiesta del conte Cicogna per quanto riguarda un sopralluogo in villa per la definizione di un intervento di messa in sicurezza. Il conte inoltre fa sapere di aver richiesto al Sig. Rossi, restauratore del Duomo di Milano, un preventivo per il restauro; il pittore propose di intervenire con un consolidamento dell’intonaco della volta del portico, presumibilmente quello di ponente, iniettando del cemento. Tale intervento però non fu mai effettuato. Nel 1968 Carlo Cicogna Mozzoni avvertì la Soprintendenza per aver chiesto un consulto ad un secondo restauratore, il Sig. Spini, impiegato presso l’Ufficio del Restauro a Roma, il quale propose un intervento di distacco dei dipinti esterni della villa a causa del loro pessimo stato di conservazione.
Fig. 3: Fotografia ritraente la parete ovest, nello specifico le campate 5 e 6 a del portico di ponente. Datata intorno al 1974, Pinacoteca di Brera
Ci fu un sopralluogo del Sig. Martelli, effettuato nel novembre del 1969, quando i conti Cicogna Mozzoni avevano già richiesto il parere e l’intervento di un terzo restauratore, Emilio Ferrazzini di Lugano. Grazie alle lettere scambiate tra il Soprintendente Martelli, Pasquale Rotondi (direttore dell’Istituto Centrale del Restauro) e i conti Cicogna, si avevano alcune informazioni sugli interventi eseguiti dal . Egli eseguì diversi interventi pittorici come riprese di colore e rifacimenti di figure, in modo casuale sui dipinti della villa. Applicò inoltre un protettivo ozokerite (o ceresina) e cera montata, sempre sulle superfici dipinte. L’intervento del Sig. Ferrazzini fu ampiamente contestato, come si evince da alcuni documenti datati 12 maggio e 10 luglio 1970 redatti dal professor Rotondi, in cui sono sottolineate le scarse conoscenze legate a i materiali non più utilizzati. In seguito, dopo un sopralluogo effettuato nel 1970 dai professori Mario Salmi, Cesare Brandi, Pasquale Rotondi e dal soprintendente Martelli, furono inviate diverse richieste di intervento a restauratori, evidenziando i vari problemi di conservazione dei dipinti a causa delle intemperie e dell’intervento del Sig. Ferrazzini. Sono documentate delle risposte a tali richieste dai restauratori Pinin Brambilla Barcilon e Ottemi della Rotta. Gli interventi proposti però non sono mai stati effettuati.
Fig. 4: Fotografia ritraente un dettaglio della parete dipinta dell'ala ovest del cortile. Appartenente all'archivio degli eredi e risalente al 1910-1915.
Il 20 febbraio del 1974, Carlo Cicogna Mozzoni inviò nuovamente una richiesta di intervento alla Soprintendenza, sottolineando il fatto che nonostante le molte proposte, non fu fatto nessun tipo di intervento. Inoltre il conte fece una lista di altre problematiche che affliggevano la villa:
-
Lo stato precario di un dipinto collocato sotto al portico occidentale, (si presume
il pennacchio situato nella sesta campata a sud) ormai distaccato e a rischio
caduta.
-
Il degrado e il conseguente distacco degli stucchi nel salone da ballo al piano
terra.
-
Le pessime condizioni delle balaustre delle fontane e del terrazzo che si affaccia
sul giardino all’italiana.
-
Il canale di pietra della cascata risulta molto danneggiato.
-
La richiesta di inserimento di un sistema antifurto e la sistemazione di alcuni
serramenti.
-
La sostituzione di alcune stoffe nelle stanze del primo piano.
Nell’ottobre dell’anno seguente, il dott. Giovanni Rossi, architetto del Laboratorio Restauro Dipinti di Milano, inviò un preventivo alla Soprintendenza ai Monumenti della Lombardia per il restauro di un dipinto distaccato presente sul portico ovest. Inoltre vi è un secondo preventivo scritto dall’Impresa Costruzioni Civili e Industriali del sig. Luigi Foini di Bisuschio, riguardante anch’esso il restauro del dipinto distaccato; purtroppo non si hanno informazioni su chi abbia effettivamente eseguito l’intervento sull’opera ma soltanto il suo completamento, che ebbe luogo nel 1978.
L’ultimo documento ricavato presso l’Archivio della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Milano, risale al 12 giugno del 1976 contenente alcune proposte di restauro aventi come soggetto i dipinti del cortile d’onore della villa. L’architetto Renzo Pardi afferma di aver trovato due possibilità di intervento, dopo attente analisi, studi e sopralluoghi effettuati negli anni, ed esse sono: la costruzione di una vetrata per coprire e proteggere i dipinti dagli agenti atmosferici; oppure lo strappo e la sistemazione dei dipinti in un luogo più protetto.
Anche in questo caso non ci fu nessun tipo di intervento.
Negli anni Ottanta furono eseguiti dei lavori di riparazione: risarcimento delle fenditure presenti nel cortile d’onore mediante l’utilizzo di malta cementizia, saldatura e irrigidimento del cornicione dell’ala nord-est, riassestamento delle peschiere e sostituzione del 75% delle coperture.
Nel 1995 furono effettuati degli interventi di riparazione del manto di copertura del tetto e dell’affresco del camino nel salone d’onore, a causa dei danni dovuti ad eventi atmosferici.
Infine nel 2016 sono stati eseguiti degli interventi nel giardino, portando al recupero della fontana nord.
6. Il ciclo pittorico: supporto, intonaco e decorazione pittorica.
In questo capitolo di descrizione dei dipinti murali che decorano il portico di ponente della villa si è deciso descrivere i materiali e le tecniche di pareti e volta in un unico capitolo, in quanto i caratteri tecnici e realizzativi delle decorazioni risultano molto simili.
Foto panoramica della Volta.
Per quanto riguarda le pareti, non è stato possibile ricostruire con precisione i materiali e le tecniche per via delle poche tracce di dipinti originali e dei numerosi rifacimenti effettuati negli interventi passati. La fase esecutiva originale delle pareti, risalente al XVI secolo si compone di una successione stratigrafica riassumibile in: muratura, strato di supporto o arriccio, intonaco e pellicola pittorica. La muratura non è stata osservata direttamente all’interno del portico in quanto non vi erano lacune abbastanza profonde da permettere l’individuazione di tale strato. Tuttavia, all’esterno del portico, sul lato sud che dà sulle peschiere del giardino è stata individuata una lacuna dell’intonaco che ha permesso l’osservazione della struttura. Essa è composta da conci in pietra. L’individuazione di tale strato è stata effettuata grazie alle numerose mancanze dell’intonaco, presenti sulla parte bassa delle pareti, ad una altezza che va dai 20/30 cm, fino a 1 m dalla pavimentazione. Lo spessore non è stato possibile misurarlo per via della mancanza di lacune sufficientemente profonde. All’interno della malta sono presenti calcinaroli, che si sono formati a causa di uno spegnimento non completo durante il processo di produzione della calce, lasciando i grumi di calce viva non bene idratati all’interno dell’impasto. Successivamente è stato applicato l’intonaco dipinto, composto da una malta a base di calce con aggregati sabbiosi di granulometria 0-2 mm avente uno spessore di circa 0,5 cm. Tale intonaco si presenta con una superficie molto liscia che potrebbe indicare una lavorazione dello strato mediante cazzuole e frattazzi.
Dettaglio del punto in cui è stata fatta l’osservazione a microscopio.
Nella ripresa ad ingrandimento 50x è possibile osservare più facilmente la distribuzione degli aggregati all’interno del legante facendo ipotizzare l’utilizzo di una malta magra, quindi con una quantità di legante minore rispetto a quella del materiale inerte (tale ipotesi, per essere confermata, necessiterebbe di ulteriori osservazioni e prelievi di campioni per l’osservazione al microscopio). Gli aggregati presentano una forma irregolare sub-angolosa.
L’intonaco delle pareti è stato steso a pontate; applicazioni di malta in due momenti seguendo l’altezza del piano di lavoro. Si può notare la linea di orizzontale giunzione delle pontate e la sovrapposizione degli strati di intonaco applicati dall’alto verso il basso. Tale giunzione è osservabile all’altezza dell’inizio dei pennacchi.
Dettaglio a luce radente delle sovrapposizioni delle pontate, campata 1, parete 1 nord.
Come nel caso delle pareti, anche per la volta non sono state individuate mancanze abbastanza profonde da permettere l’individuazione della struttura muraria della volta. Sono stati osservati due strati di intonaco dello spessore di circa 1 cm 60. Entrambi gli strati presentano una malta a base di calce e aggregati sabbiosi di granulometria 0-2mm; lo strato che lascia presupporre una lavorazione a cazzuola. Si può quindi ipotizzare che l’intonaco applicato sia uno solo ma applicato in due strati. Dalle lacune osservate non è stato possibile vedere se vi fosse uno strato più interno di arriccio come per le pareti.
L’intonaco delle vele contenenti le decorazioni a grottesca, presenta diverse piccole fessure causate da un ritiro eccessivo della malta durante l’asciugatura.
Le applicazioni dell’intonaco della volta sono divise in ampie giornate che vanno a dividere in più parti le decorazioni della volta. Esse vanno a delimitare i perimetri dei pennacchi e delle vele ma non andando a coincidere con gli spigoli; il finto pergolato invece è diviso in grandi rettangoli i cui confini sono delimitati in corrispondenza della cornice a motivi vegetali e maschere.
Nella parte alta delle pareti, in corrispondenza del cielo e delle arcate del finto loggiato, sul cielo di fondo del finto pergolato e all’interno delle vele, sono stati osservati diversi segni di spennellate con un certo rilievo ed estension. I segni possono rimandare, ad applicazioni di acqua o latte di calce utilizzati come strato di preparazione. Il motivo del suo utilizzo è dato probabilmente dallo spessore ridotto dello strato di intonaco, che tende ad asciugarsi troppo velocemente; l’acqua o il latte di calce ridati sulla superficie permettono di prolungare il tempo di lavorazione ad affresco.
Le tecniche di riporto del disegno osservate sulle pareti, non sono visibili per via degli ampi rifacimenti di intonaco e i vari interventi pregressi eseguiti nei secoli successivi. Le uniche parti originali che posseggono dei segni del disegno preparatorio sono gli elementi architettonici delle arcate delle pareti nord, sud, ovest ed est realizzate tramite incisioni dirette con uno strumento appuntito sull’intonaco fresco.
Sulle figure dei cacciatori a piedi o a cavallo e la selvaggina non sono state individuate incisioni, né di tipo diretto né di tipo indiretto. Sulla superficie dell’intonaco della volta invece, sono state osservate quattro tipologie di riporto del disegno: disegno a pennello, incisioni dirette, cartone e battiture di corda. Il disegno preparatorio eseguito a pennello con ocra gialla è stato individuato principalmente sotto le decorazioni a grottesca delle vele e sotto la vegetazione dipinta del finto pergolato; esso si presenta sotto forma di pennellate rapide e abbozzate. Si suppone che avesse lo scopo di dare una prima immagine generale della decorazione per poi essere coperto dalle campiture definitive.
Le incisioni dirette sono state utilizzate per la creazione degli elementi architettonici e geometrici come le cornici che delimitano il perimetro dei pennacchi e delle vele. Anche per alcuni elementi figurativi dei pennacchi come gli animali della decorazione ritraente Diana, il serpente tenuto in mano dalla virtù Prudenza, la spada e la lancia di Davide con la testa di Golia, la bilancia e la spada della virtù Giustizia e il tridente di Nettuno. Per creare le incisioni gli artisti hanno utilizzato presumibilmente degli strumenti appuntiti e compassi.
Per le decorazioni a grottesca sono state fatte delle incisioni indirette seguendo il disegno riportato su dei cartoni a contatto con l’intonaco fresco. Tale ipotesi è supportata dalla presenza di incisioni verticali che dividono perfettamente la decorazione delle vele in modo da creare una simmetria della grottesca. Infatti dopo aver eseguito una delle figure, il cartone veniva ribaltato per poter riprodurre la seconda in modo speculare. In alcuni casi però le incisioni indirette non combaciano con la decorazione definitiva, quindi si suppone che il loro scopo fosse solamente quello di dare delle linee guida approssimative per la realizzazione finale.
9. Conclusioni e proposte future
Il lavoro di tesi si è concentrato sullo studio dei dipinti murali del portico occidentale di Villa Cicogna Mozzoni presso Bisuschio, in provincia di Varese (Italia), avendo l’obiettivo di dare un’analisi preliminare conoscitiva e diagnostica dei dipinti murali delle pareti e della volta. È stato possibile individuare i materiali e le tecniche esecutive di volta e in parte delle pareti, per via dei numerosi rifacimenti avvenuti nei secoli precedenti.
È stato possibile fare solamente delle ipotesi riguardanti il periodo di realizzazione degli interventi pregressi di pareti e volta, in quanto non vi è nessuna documentazione che tratta tali interventi (eccezion fatta per l’intervento di strappo del pennacchio sud). La valutazione dei fenomeni di degrado presenti sui dipinti di pareti e volta ha permesso di identificare quattro fenomeni che necessitano di interventi imminenti:
-
La risalita capillare risulta il fenomeno di degrado più grave riscontrato, in modo variabile, su tutte le pareti del portico. La risalita ha favorito la formazione di efflorescenze saline con conseguenti abrasioni, lacune, perdite di porzioni di intonaco fino ad un’altezza di circa 1,30 m. L’intervento di controllo del movimento dell’acqua e dell’umidità nelle murature o la passivazione dei sali risulta difficile all’interno del sistema poroso della muratura, pertanto è consigliabile la realizzazione di un sistema di drenaggio convogliando le acque e riducendo l’infiltrazione all’interno della struttura muraria.
-
Come nel caso delle pareti, anche la volta presenta fenomeni di infiltrazione e cristallizzazione dei sali solubili portando a fenomeni di abrasione, perdita della pellicola pittorica e dell’intonaco, fessure e il distacco parziale di una porzione di intonaco della volta. La porzione di intonaco necessità di un intervento urgente di messa in sicurezza in modo da prevenire il distacco completo e la caduta. Tali fenomeni potrebbero essere causati dalla rottura di una tubatura dell’acqua localizzata tra il locale della biblioteca e il bagno di servizio al piano di sopra. Si consiglia quindi, come nel caso delle pareti, di isolare le fonti di umidità e di eliminarle in modo da bloccare l’avanzamento del degrado.
-
Sui dipinti della volta, sono stati osservati fenomeni di sollevamento della pellicola pittorica dovuto alla tecnica esecutiva e all’azione dei sali solubili. È necessario quindi bloccare le cause che hanno portato alla cristallizzazione dei sali e un successivo intervento di messa in sicurezza delle porzioni di pellicola pittorica a rischio caduta.
-
Sia le pareti che la volta presentano numerose fessure dovute dal peso che il piano superiore esercita sulla volta e che di seguito viene scaricato sulle pareti. Alcune porzioni di intonaco in prossimità delle fessure, sono a rischio caduta. È consigliabile un monitoraggio delle fessurazioni, mediante dei fessurimetri appositi, in modo da tenere sotto controllo l’eventuale avanzamento del degrado.
Il lavoro di tesi è stato uno studio di tipo preliminare, in quanto vincolato da problemi di logistica riguardo le attrezzature e alle tempistiche limitate, fornendo un quadro generale dell’oggetto, del suo stato di conservazione e delle linee guida provvisorie. Sarebbe necessario in futuro proseguire con ulteriori analisi e approfondimenti di quelle già messe in atto; in particolare:
-
Studiare in modo più completo la stratigrafia e la composizione delle malte (sia originali sia di rifacimento), permettendo di scegliere i prodotti più adatti per eventuali operazioni di consolidamento future. La stratigrafia e gli intonaci non sono stati studiati in maniera più approfondita; sarebbero necessarie delle aperture stratigrafiche o dei campionamenti in modo da poter studiare, attraverso le sezioni sottili, la classificazione mineralogica mediante il microscopio ottico a luce trasmessa oppure mediante microscopio elettronico a scansione SEM con sonda EDX, in grado di dare la composizione chimica di un preciso punto. Per la tecnica esecutiva dei dipinti si potrebbero preparare delle sezioni lucide dei prelievi stratigrafici osservabili mediante il microscopio ottico, affiancato anche dalle immagini fornite dal microscopio elettronico a scansione SEM-EDS.
-
Sarebbe interessante prelevare alcuni campioni di efflorescenze saline collocate sulla fascia decorata delle pareti. Tali analisi delle efflorescenze potrebbero dare alcune informazioni sulle cause che hanno portato al degrado e grazie a quest’ultimo si potrebbero fare delle ipotesi sui materiali costitutivi originali e quelli successivamente utilizzati durante gli interventi di rifacimento successivi.
-
Sarebbe interessante effettuare dei prelievi di campioni del materiale giallastro localizzato sul fondo blu dei pennacchi, in quanto tutt’ora non è chiaro che materiale sia e quale sia la sua effettiva funzione. Sarebbe utile quindi analizzare alcuni campioni tramite la Spettrometria a trasformata di Fourier ( FTIR-ATR) che sfrutta l’interazione e lo scambio di energia tra i raggi IR e la materia per la caratterizzazione di quest’ultima. La tecnica viene utilizzata per i materiali inorganici ma soprattutto per quelli di tipo organico.
-
Infine sarebbe utile continuare l’analisi delle campiture presenti all’interno del ciclo pittorico, in modo da caratterizzare e definire meglio i pigmenti utilizzati dai pittori durante la campagna di decorazione del portico. Tali analisi potrebbero continuare con altre misure HH-XRF ampliando il numero di misurazioni e quindi più dati da confrontare. Oppure affiancando alle misurazioni HH- RF, altre tecniche analitiche come: SEM con sonda EDX, la spettroscopia FORS o la Micro Raman.
In conclusione alle analisi e alle proposte, sarebbe auspicabile un intervento di restauro, andando a intervenire sulla stabilità degli intonaci, la pulitura dei dipinti e il successivo ritocco pittorico, allo scopo di dare una maggior leggibilità dei dipinti. Tale intervento di restauro avrebbe uno scopo per lo più di tipo estetico e quindi non urgente.